lunedì 19 dicembre 2011

Pinocchio impiccato perchè non sa "gestire" il denaro? - di Mariaserena

Potenza del denaro e dell'avidità
Gli "assassini" sanno attendere,
ma il povero Pinocchio
rischia di morire;
anche per ignoranza?

Dove eravamo rimasti?
Non è così importante. Pinocchio è uscito a puntate, fu scritto prima per acconsentire a una richiesta dell’editore, ma poi a furor di… ragazzi. Dunque non ha bisogno di esser letto tenendo conto di un inizio, uno sviluppo della trama e un finale di tradizione.
In compenso, però, è un libro per tutte le stagioni e bisogna leggerlo e rileggerlo..
Prendiamo, ad esempio, il capitolo quindicesimo che si apre, come tutti i capitoli, con una breve sintesi introduttiva:

Gli assassini inseguono Pinocchio; e dopo averlo raggiunto lo impiccano a un ramo della Quercia grande.
Più chiaro di così.
Gli assassini, che non sono altri che il Gatto e la Volpe mascherati in modo da non poter essere riconosciuti, sanno che Pinocchio ha con sé quattro zecchini d’oro e lo vogliono derubare.
Pinocchio li aveva però nascosti in bocca, come farglieli sputare?
Leggiamo:
… sentì afferrarsi per il collo, e le solite due vociacce che gli brontolarono minacciosamente:
— Ora non ci scappi più!-.
Il burattino, vedendosi balenare la morte dinanzi agli occhi, fu preso da un tremito così forte, che nel tremare, gli sonavano le giunture delle sue gambe di legno e i quattro zecchini che teneva nascosti sotto la lingua.
— Dunque? — gli domandarono gli assassini — vuoi aprirla la bocca, sì o no? Ah! non rispondi?… Lascia fare: che questa volta te la faremo aprir noi!… —
E cavati fuori due coltellacci lunghi lunghi e affilati come rasoi,zaff e zaff… gli affibbiarono due colpi nel mezzo alle reni.
Ma il burattino per sua fortuna era fatto d’un legno durissimo, motivo per cui le lame, spezzandosi, andarono in mille schegge e gli assassini rimasero col manico dei coltelli in mano, a guardarsi in faccia.
— Ho capito; — disse allora uno di loro — bisogna impiccarlo. Impicchiamolo!
— Impicchiamolo — ripetè l’altro.
Detto fatto gli legarono le mani dietro le spalle, e passatogli un nodo scorsoio intorno alla gola, lo attaccarono penzoloni al ramo di una grossa pianta detta la Quercia grande.  Poi si posero là, seduti sull’erba, aspettando che il burattino facesse l’ultimo sgambetto: ma il burattino, dopo tre ore, aveva sempre gli occhi aperti, la bocca chiusa e sgambettava più che mai.

Annoiati finalmente di aspettare, si voltarono a Pinocchio e gli dissero sghignazzando:
— Addio a domani. Quando domani torneremo qui, si spera che ci farai la garbatezza di farti trovare bell’e morto e con la bocca spalancata.―

L’attualità di questo libro è impressionante. Non sempre chi vuole ottenere denaro è disposto a guadagnarlo onestamente. A volte considera più semplice ottenerlo con la prepotenza, la violenza, il crimine. Questa è storia vecchia, ma  l’attualità di Pinocchio non sta in questo. La cosa interessante è un dettaglio non proprio trascurabile:  Pinocchio, in realtà, non sa come custodire il suo piccolo tesoretto e… se lo mette in bocca. Una scelta non particolarmente felice. Se lo inghiottisse lo perderebbe o peggio, se non lo inghiotte, invece potrebbe soffocare. Come mai è così goffo? Potremmo fare molte altre osservazioni in proposito, ma una, a me sembra, potrebbe essere conclusiva: Pinocchio non sa né custodire né usare bene il denaro. 


Sa quanto sia importante, sa che sia lui sia suo padre Geppetto sono poveri in canna, sa anche che quel denaro risarcirebbe Geppetto che ha venduto la giacca per comprargli il libro per la scuola; eppure non sa usarlo, si comporta da ingenuo e finisce nelle mani degli “assassini”.
Invece questi ultimi sanno bene cosa fare e, privi di scrupoli come sono, hanno trovato anche il modo di rubarglielo senza fatica.
Potremmo (per paradosso assurdo e tanto per alleggerire una situazione di per sé macabra) dire che i due assassini sono degli esperti profittatori che conoscono alcuni sistemi per arricchire, mentre Pinocchio è non solo un inesperto, un ingenuo e un facilone; ma non capisce nulla di economia.
Il denaro, che problema! Specialmente in tempo di crisi. Tornassi ragazzina mi proporrei di studiare economia e mercati; invece ho letto e riletto Pinocchio fin da piccola, e solo ora mi accorgo che Carlo Collodi me l’aveva suggerito per tempo.

Buon Natale, Teste_Pensanti!

5 commenti:

  1. Mi sembra importante anche sottolineare come la Grande Quercia sia tutto sommato complice e parte del progetto degli assassini o speculatori finanziari...veramente profetico!
    ehehe anch'io avrei dovuto leggerlo meglio e ora capisco perchè quando mio padre nel suo primo incarico di maestro elementare in sardegna, decise di farlo studiare e commentare ai suoi alunni venne guardato come se fosse un rivoluzionario...pare che a quei tempi Pinocchio fosse considerato un racconto pericoloso e sconveniente per dei bambini

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  2. Ciao,falconelvento e benvenuto!
    Credo che "a un bambino bisogna insegnare a essere un rivoluzionario, nel senso di cercare sempre il bene maggiore da donare agli altri per migliorarne l’esistenza. Lo scopo della vita non può essere accumulare denaro, ma creare rapporti d’amore." (Giovanni Bollea)
    Utopistico? Forse... In tutti i casi è bene provarci...
    ps: belle le tue rose!

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  3. più di 1000 libri di testo da studiare a da pagina a pagina, questa è una storia datata per narrare la vita, e gli inganni che questa ci propone per "i furbi" di turno. Sperimentare, cercare, criticare ecco cosa si deve tornare a fare, per non cadere nei tranelli di chi ci vuole "pensato" e non "Pensante".

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